Classe Operaia by Gerardo Giannone

Classe Operaia by Gerardo Giannone

autore:Gerardo Giannone [Gerardo Giannone]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Utopia
pubblicato: 2021-05-14T22:00:00+00:00


Pertanto, a parere di chi scrive deve concludersi che ogni qualvolta il lavoratore ravvisi di essere stato oggetto di un comportamento datoriale lesivo della propria dignità potrebbe essere costretto ad adire l’autorità giudiziaria per il riconoscimento dei propri diritti nonché per il ristoro dei danni eventualmente subiti.

Capitolo 8

Nasce FCA 14-10-2014

Il Piano di Marchionne di smontare Fabbrica Italia non era dovuto alla rabbia delle sentenze sfavorevoli, ma bensì ad un piano di acquisizione della casa automobilistica Chrysler.

In un progetto di fusione più e forte il proprio capitale, più il valore della fusione penderà sulla bilancia dalla propria parte;

per la Classe Operaia la fusione non era percepita come elemento di preoccupazione, lontana è l’America, e ancora più lontano sembra lo spostamento di produzione, le auto prodotte in Italia hanno costi minori rispetto a quelle prodotte negli U.S.A., lì gli stipendi sono più alti dei nostri, anzi, speravamo, come poi e successo, che le auto prodotte in Italia venissero vendute in America….. su questo versante le Auto prodotte a Cassino, vedi AlfaRomeo Giulia e Stelvio, hanno avuto giovamento dell’apertura America, idem per la Fiat 500X e la Jeep Renegade prodotte a Melfi, che dalla fusione oltre l’apertura della rete di vendita ha avuto pure DUE auto a marchio Jeep da produrre, vedi sia la Renegade e la Compass.

Insomma quella fusione ha fatto bene all’Italia, ma, per capire i dettagli economici e storici allego un ottima cronistoria dal sito RaiNews:

www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Da-Fiat-ad-Fca-le-tappe-della-fusione-dal-2009-allo-sbarco-a-Wall-Street-b7f5960c-5429-473f-90f4-af9ed6cf0190.html?refresh_ce

Con Fiat Chrysler Automobiles sbarca a Wall Street il settimo produttore mondiale di auto e il titolo Fiat lascia Piazza Affari dopo 111 anni. Fca mantiene una quotazione anche nel listino milanese. Nel 2013 il gruppo Fiat, inclusa Chrysler, ha venduto 4,4 milioni di vetture.

Nel 2008, prima dell'acquisizione di Auburn Hills, il Lingotto aveva consegnato in totale 2,1 milioni di auto e veicoli commerciali. Il piano di Fca presentato a inizio maggio dall'a.d. Sergio Marchionne punta a vendite per 7 milioni di vetture al 2018. Anno dopo il quale Marchionne ha annunciato, in un'intervista a Businessweek, che lascerà il suo incarico per 'fare altro'. L'a.d. e il presidente Fiat, John Elkann, non hanno escluso che Fca possa cercare un'altra casa con cui fondersi nell'orizzonte di 5-10 anni (da qui poi e nata Stellantis) e puntare a scavalcare Toyota come primo gruppo globale.

Intanto la sede del gruppo lascia Torino dopo 115 anni e si trasferisce in Olanda. Il domicilio fiscale diventa la Gran Bretagna. Nel capoluogo torinese resta il quartier generale delle operazione europee. Ecco le tappe che in 5 anni hanno portato alla fusione. GENNAIO 2009. Fiat annuncia l'accordo preliminare e non vincolante con Chrysler per rilevare il 35% della casa di Auburn Hills senza esborso in contanti. All'epoca Chrysler era detenuta per il 19,9% dalla tedesca Daimler e per l'80,1% dal fondo statunitense Cerberus, che aveva pagato la sua quota 7,4 miliardi di dollari. APRILE 2009. Si aprono le trattative per la chiusura dell'affare. L'a.d. Fiat, Sergio Marchionne, incontra il vertici del sindacato statunitense Uaw e le banche creditrici di Chrysler. Il 25 e



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